Adempimenti fiscali degli amministratori di condominio: l'Agenzia delle Entrate indica le modalità operative per le operazioni telematiche Le novità per gli adempimenti fiscali degli amministratori di condominio previsti dalla circolare n. 10/E del 27 febbraio 2020

Adempimenti fiscali degli amministratori di condominio: l’Agenzia delle Entrate indica le modalità operative per le operazioni telematiche

Le novità per gli adempimenti fiscali degli amministratori di condominio previsti dalla circolare n. 10/E del 27 febbraio 2020

Con la risoluzione n. 10/E del 27.02.2020 l’Agenzia delle Entrate, in risposta alle richieste arrivate dalle associazioni di categoria degli amministratori condominiali, ha fornito delle istruzioni per la trasmissione delle dichiarazioni telematiche all’Agenzia delle Entrate cui gli amministratori sono tenuti per i condomìni dagli stessi amministrati.
L’Agenzia, dopo aver ricordato quali siano i requisiti per esercitare l’attività di amministratore condominiale, sia quale persona fisica che come società (in questo caso i requisiti devono essere posseduti dai soci, dagli amministratori o dai dipendenti della società), ricorda come gli amministratori sono tenuti all’adempimento della trasmissione telematica di Certificazioni Uniche e Modelli 770 quali sostituti d’imposta (art. 23 DPR 600/73); tali adempimenti possono essere svolti sia direttamente dagli amministratori, tramite l’utenza intestata al condominio, sia tramite intermediari.

Molti invii, unica utenza

Nel caso l’amministratore debba svolgere la trasmissione per un considerevole numero di condomìnì, quanti sono i condomìni dallo stesso amministrati, potrà inviare le dichiarazioni telematiche non tramite le singole utenze condominiali, ma tramite un’unica utenza intestata all’amministratore stesso, al fine di facilitare lo svolgimento degli adempimenti.
In quest’ultimo caso il collegamento tra amministratore e condominio amministrato sarà verificato tramite i dati presenti nell’Anagrafe Tributaria e derivanti dai modelli AA5 ed AA7 presentati al momento della registrazione: in particolare il condominio dovrà essere identificato dal codice 51 (Condomini) e l’amministratore dal codice 13 (Amministratore di condominio) o dal codice 1 se il condominio è dotato di Partita IVA (quale Rappresentante legale).
I dati del condominio se non registrati correttamente possono essere variati tramite il modello AA5 (AA7 per i condomini con partita IVA); tale adempimento potra essere svolto direttamente (tramite il servizio Fisconline o Entratel) con l’utenza del condominio, tramite intermediari o tramite presentazione dei modelli presso l’ufficio territoriale dell’Agenzia delle Entrate.

Fonte: https://www.condominioweb.com/le-novita-per-gli-adempimenti-fiscali-degli-amministratori-di-condominio.16725

Le raccomandazioni per limitare il rischio di contagio nelle parti comuni degli edifici

 
 
Le raccomandazioni per limitare il rischio di contagio nelle parti comuni degli edifici. Le richieste di agevolazioni dall’associazione di amministratori.

Come si può evitare il contagio da coronavirus in un condominio? Al di là delle raccomandazioni che da qualche giorno sono state fatte sia dalle autorità sanitarie sia da Governo e Regioni per impedire che l’epidemia possa allargarsi ulteriormente, ci sono alcuni comportamenti che non vanno sottovalutati e che, ad esempio, l’amministratore di un condominio dovrebbe diffondere agli abitanti del suo stabile di competenza. Ecco quelli più importanti raccomandati dal ministero della Salute e dal Governo.

Pulizia e disinfezione dei locali

Scrive il ministero nell’ultima nota riferita alla prevenzione del coronavirus: «A causa della possibile sopravvivenza del virus nell’ambiente per diverso tempo, i luoghi e le aree potenzialmente contaminati devono essere sottoposti a completa pulizia con acqua e detergenti comuni prima di essere nuovamente utilizzati. Per la decontaminazione, si raccomanda l’uso di ipoclorito di sodio 0,1% dopo pulizia. Per le superfici che possono essere danneggiate dall’ipoclorito di sodio, utilizzare etanolo al 70% dopo pulizia con un detergente neutro. Durante le operazioni di pulizia con prodotti chimici, assicurare la ventilazione degli ambienti. Tutte le operazioni di pulizia devono essere condotte da personale che indossa DPI (filtrante respiratorio FFP2 o FFP3, protezione facciale, guanti monouso, camice monouso impermeabile a maniche lunghe, e seguire le misure indicate per la rimozione in sicurezza dei DPI (svestizione). Dopo l’uso, i DPI monouso vanno smaltiti come materiale potenzialmente infetto. Vanno pulite con particolare attenzione tutte le superfici toccate di frequente, quali superfici di muri, porte e finestre, superfici dei servizi igienici e sanitari. La biancheria da letto, le tende e altri materiali di tessuto devono essere sottoposti a un ciclo di lavaggio con acqua calda a 90°C e detergente. Qualora non sia possibile il lavaggio a 90°C per le caratteristiche del tessuto, addizionare il ciclo di lavaggio con candeggina o prodotti a base di ipoclorito di sodio)».

Assemblee di condominio

Il Decreto Legge approvato nel Consiglio del Ministri del 23 febbraio 2020 prevede che nei Comuni o nelle aree nei quali risulta positiva almeno una persona per la quale non si conosce la fonte di trasmissione o comunque nei quali vi è un caso non riconducibile ad una persona proveniente da un’area già interessata dal contagio, le autorità competenti adottino ogni misura di contenimento adeguata e proporzionata all’evolversi della situazione epidemiologica.
Una di queste misure è «la sospensione di manifestazioni, eventi e di ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato», prevista, tra l’altro da ordinanza regionale.
È importante segnalare che le assemblee a cui dovessero partecipare persone impossibilitate perché provenienti da zone interessate da limitazioni di movimento sarebbero comunque da evitare: la delibera dell’assemblea sarebbe probabilmente annullabile.
Il rinvio delle assemblee è consigliabile nelle regioni interessate dai provvedimenti restrittivi, quindi in Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia.

Uso dell’ascensore

Evitare gli incontri ravvicinati significa, ad esempio, prediligere le scale all’uso dell’ascensore in condominio, a meno che non se ne possa fare a meno e, possibilmente, una persona per volta.

Imposte e sospensioni di adempimenti

Il provvedimento in arrivo che prevede agevolazioni fiscali per gli operatori economici che abbiano subìto delle conseguenze negative a causa della diffusione del coronavirus interesserà anche gli amministratori di condominio.
L’Associazione nazionale amministratori professionali di condominio (Anapic) in primis ha chiesto la sospensione del pagamento di tutte le imposte, soprattutto nelle Regioni più colpite dall’emergenza e con maggior numero di persone infette. L’associazione suggerisce alle istituzioni «che, in attesa che la situazione rientri nella norma, si sospenda e si posticipi il termine di ogni adempimento o comunicazione fiscale anche per fruire dei bonus previsti (90 per cento sulle facciate) e che nelle aree contagiate siano garantiti servizi di emergenza con squadre pronte ad intervenire in caso di necessità, riscaldamento, acqua luce e gas , in particolare per l’acquisto di viveri di prima necessità. Per la categoria degli amministratori sia confermata la sospensione di tutte le riunioni ed assemblee condominiali, fino a quando la situazione rientrerà nella normalità».
tratto da www.laleggepertutti.it del 24.02.2020

Chiusura / Limitazioni per Ordinanza del Ministero della Salute e del Presidente della Regione Lombardia

Gentili clienti,
a seguito dell’ordinanza emessa da Regione Lombardia e dalle raccomandazioni espresse dalle autorità locali legate al controllo della diffusione del c.d. Coronavirus “COVID-19”, ai fini della salvaguardia dell’interesse collettivo ed al fine di mantenere un comportamento etico e civile, siamo a chiederVi di voler evitare per quanto più possibile gli accessi presso i nostri uffici, limitandoli alle SOLE urgenze, concordando un appuntamento con il personale di Studio.
Per ogni comunicazione con gli Studi si invita ad utilizzare i consueti canali telefonici e di posta elettronica, in quanto l’attività interna degli uffici proseguirà regolarmente.
Certi della Vostra comprensione ed attiva collaborazione porgiamo cordiali saluti.
 
Team amministrazioni Di Pasqua
 

LA GENTILEZZA COME CAPOSALDO DEL SUCCESSO

LA GENTILEZZA COME CAPOSALDO DEL SUCCESSO
Oggi sembra che ESSERE gentili sia diventato quasi sinonimo di essere poco scaltri e poco attenti alle opportunità di business, quando – in realtà – ESSERE GENTILI è la strada che ci riconduce alla nostra umanità e, di conseguenza, al naturale successo.
Essere gentili nei rapporti di lavoro equivale ad ESSERE gentili con se stessi e a “fare da specchio” con chiunque ci si trovi di fronte.
Rispettare l’etica nel business e nei rapporti di lavoro garantisce relazioni sane, corrette e trasparenti con tutte le figure con cui, quotidianamente, ci troviamo a contatto: dai collaboratori ai colleghi, dai clienti ai fornitori. Di contro, una scarsa attenzione all’etica sarà, prima o dopo, un boomerang pronto a ritornare al mittente.
D. Rampado
Sottolineo ed evidenzio virtualmente – con un giallo quasi accecante per la sua luminosità – la parola ESSERE!
Occorre ESSERE autenticamente GENTILI per raggiungere il SUCCESSO a lunga scadenza, e non invece “fare i gentili” che forse porta al successo, sì, ma un successo di breve durata (il famoso BOOMERANG che torna al mittente!). Marco Aurelio aveva compreso l’importanza della gentilezza come principio guida nella vita; addirittura per l’imperatore e filosofo essa rappresentava a tutti gli effetti una potente arma contro la gente cattiva! (Wooowww!) ESSERE gentili è la strada che ci riconduce alla nostra umanità e, di conseguenza, al NATURALE SUCCESSO.
Autentica GENTILEZZA a Tutti  

Bonus facciate in stand-by, come iniziare anche senza le istruzioni del Fisco

Bonus facciate in stand-by, come iniziare anche senza le istruzioni del Fisco
Lo sconto fiscale c’è, le istruzioni no. Il bonus facciate del 90% è in vigore dallo scorso 1° gennaio. Ma il ritardo del Fisco nel fornire le indicazioni applicative – unito a un testo di legge poco comprensibile – sta bloccando molti cantieri.
Partendo dalle istruzioni emanate dalle Entrate in oltre 20 anni di bonus casa, comunque, si può tentare di mettere qualche punto fermo .
1. Quali lavori sono agevolati. La legge (commi da 219 a 224 dell’articolo 1 della legge 160/2019) cita gli interventi «finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna», compresi «quelli di sola pulitura o tinteggiatura esterna». Inoltre, aggiunge che sono premiati solo i lavori «su strutture opache della facciata, su balconi o su ornamenti e fregi».
È probabile, quindi, che siano esclusi un intervento di sola sostituzione delle grondaie o il rifacimento di una terrazza a copertura di un edificio. Idem per una semplice rimozione di cavi posti in facciata. Ma se lo stesso inserimento dei cavi “sotto traccia” fosse parte di un intervento di rifacimento dell’intonaco lo si dovrebbe agevolare con il 90%, secondo i princìpi collaudati delle Entrate (il lavoro “superiore” attrae anche quelli minori).
Più difficile è capire quale sia la «facciata esterna». La facciata sul retro non dovrebbe essere esclusa dal bonus (è pur sempre “esterna”),
ma che dire delle facciate che circondano un cortile chiuso? O un cavedio?
2. Il cappotto termico. Se i lavori sulla facciata (esclusa tinteggiatura e pulitura) sono influenti dal punto di vista termico o interessano più del 10% dell’intonaco, bisogna rispettare i requisiti di isolamento termico richiesti dai Dm Sviluppo 11 marzo 2008 e 26 giugno 2015. In pratica, serve un cappotto termico che – se non addirittura il bonus facciate – potrebbe avere l’ecobonus (al 65% o al 70%) o la detrazione del 50% sulle ristrutturazioni (che non richiede requisiti di efficienza energetica). Nella scelta, non va dimenticato che l’ecobonus può essere ceduto al fornitore o – per i soli lavori oltre 200mila euro che coinvolgono anche la caldaia – essere trasformata in sconto in fattura.
Occorrerà quindi un attento calcolo delle convenienze, soprattutto nei casi in cui si devono mettere sul piatto della bilancia gli oneri finanziari di un prestito bancario.
3. Chi sono i beneficiari. La norma parla solo di «detrazione dall’imposta lorda», poi richiama gli adempimenti del Dm 41/1998, riferito a un bonus Irpef. Se però prevale la legge – come è logico che sia – la detrazione dovrebbe spettare anche ai soggetti Ires (società di capitali ed enti non commerciali), al pari dell’ecobonus.
4. La spesa massima. Non viene fissato un massimale. Nell’unico caso analogo (l’ecobonus sulla domotica) le Entrate ne hanno preso atto. Ai fini del bonus facciate, questo potrebbe aiutare soprattutto i proprietari di singole unità immobiliari, che non avrebbero, ad esempio, il limite di 96mila per le ristrutturazioni.
5. Gli edifici ammessi. La legge sul bonus facciate parla di «edifici esistenti». Formula analoga a quella usata per l’ecobonus, che si applica anche a immobili non residenziali.
6. Zona A e B. Gli immobili al di fuori di queste aree non sono agevolate. Se i centri storici delle città sono senz’altro compresi, per molte aree periferiche o rurali, soprattutto in provincia, il condizionale è d’obbligo (si veda l’articolo in basso).
Attività preparatorie in condominio
Occorre mettere in conto almeno due assemblee in condominio: la prima per presentare le varie possibilità (alla presenza di un consulente tecnico ed eventualmente di un termotecnico) e delegare il consiglio di condominio all’elaborazione di un capitolato; la seconda per scegliere il preventivo e deliberare spese e ripartizione. Maggioranza necessaria:  quella degli intervenuti (che devono essere almeno un terzo dei condòmini), che rappresenti almeno 500 millesimi.
Come affrontare ora i pagamenti
Chi si trova a pagare oggi delle spese potenzialmente agevolate dal bonus facciate, dovrà usare i bonifici “parlanti”, con la causale del 50% sulle ristrutturazioni (come accaduto per il sismabonus e il bonus mobili, quando
ancora serviva il bonifico tracciabile).
Comunque, è bene ricordare che un eventuale errore nella causale è ritenuto formale, purché scatti la ritenuta sul bonifico.
Nei casi borderline – ad esempio lavori su una facciata esterna e una potenzialmente interna – è consigliabile dividere le fatture e i pagamenti. Così da poter eventualmente dividere gli sconti.
Sempre a titolo prudenziale, anche se la legge non menziona invii all’Enea, meglio conservare la documentazione tecnica e – ove possibile – fotografie che documentino i lavori (prima e dopo).
Cristiano Dell’Oste e Saverio Fossati
 

Legge n. 157 del 19 dicembre 2019

Segnaliamo che la Legge n. 157 del 19 dicembre 2019 e le successive risoluzioni di chiarimento dell’Agenzia delle Entrate,
hanno previsto nuovi obblighi per i soggetti committenti
 
VERSAMENTO RIPARTITO DELLE RITENUTE FISCALI DEI DIPENDENTI
PER APPALTO, SUBAPPALTO E AFFIDAMENTO
 
L’articolo 4 del decreto-legge 26 ottobre 2019, n.124 convertito nella legge 19 dicembre  2019,  n.  157 ha introdotto nel decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, dopo l’articolo 17, l’articolo 17 bis concernente “Ritenute e compensazioni in appalti e subappalti ed  estensione  del  regime  del  reverse  charge  per  il  contrasto dell’illecita somministrazione di manodopera”.
Con riferimento alla decorrenza dei nuovi obblighi previsti dall’articolo 17-bis del decreto legislativo n. 241 del 1997, viene stabilito, al comma 2 dell’articolo 4 del decreto-legge n. 124 del 2019, che le stesse disposizioni “si applicano a decorrere dal 1° gennaio 2020”. Primo appuntamento dunque, al 16 febbraio 2020.
 
Soggetti interessati alla riforma
 
− le società e associazioni indicate nell’articolo 5, Tuir;
− gli enti e le società indicati nell’articolo 87, comma 1, Tuir;
− le persone fisiche che esercitano imprese commerciali;
− le imprese agricole;
− le persone fisiche che esercitano arti e professioni;
− il curatore fallimentare;
− il commissario liquidatore;
− il condominio.
Tali soggetti devono, inoltre, essere residenti in Italia.
 
Fattispecie ricomprese
Affidamento di opere o servizi di importo complessivo annuo superiore a euro 200.000. Occorre, dunque monitorare in caso di affidamento di più appalti successivi nel corso dell’anno ad uno stesso soggetto, quello che comporta il superamento dei € 200.000. La disposizione, per quanto entri in vigore il 1° gennaio 2020, riguarda anche gli appalti in corso al 31 dicembre 2019.
 
Tipologie di contratto
Appalto, subappalto e affidamento a soggetti consorziati e apporti negoziali comunque denominati caratterizzati da prevalente utilizzo di manodopera presso le sedi di attività del committente con l’utilizzo di beni strumentali di proprietà di quest’ultimo o ad esso riconducibili in qualunque forma. In considerazione del tenore letterale della norma non vi rientrano, dunque, ad esempio, i contratti di trasporti eseguiti dal commissionario con veicoli propri.
 
Obblighi
I committenti sono tenuti a richiedere all’impresa appaltatrice o affidataria e alle imprese subappaltatrici, che hanno l’obbligo di rilasciarle, copia delle deleghe di pagamento (Modello F24) relative al versamento delle seguenti ritenute relative a lavoratori dipendenti e collaboratori:
1. Irpef
2. addizionale regionale Irpef
3. addizionale comunale Irpef
relativamente ai soli lavoratori direttamente impiegati nell’esecuzione dell’opera o del servizio.
 
Deleghe distinte
Il versamento delle suddette ritenute è effettuato dall’impresa appaltatrice o affidataria e dall’impresa subappaltatrice, con distinte deleghe (F24) per ciascun committente, senza possibilità di compensazione.
Tanto premesso, con risoluzione n. 109 del 24 dicembre 2019, per consentire all’impresa di effettuare i versamenti di cui trattasi indicando nel modello “F24” il committente a cui si riferiscono, è stato istituito il seguente codice identificativo: “09” denominato “Committente”.
 
Obblighi strumentali
Al fine di consentire al committente il riscontro dell’ammontare complessivo degli importi delle RA versati dalle imprese, entro i 5 giorni lavorativi successivi alla scadenza del versamento (quindi in via generale entro il giorno 21 del mese successivo a quello di trattenimento), l’impresa appaltatrice o affidataria e le imprese subappaltatrici devono trasmettere al committente e, per le imprese subappaltatrici, anche all’impresa appaltatrice (oltre che al committente principale):
1. i singoli F24;
2. un elenco nominativo di tutti i lavoratori, identificati mediante codice fiscale, impiegati nel mese precedente direttamente nell’esecuzione di opere o servizi affidati dal committente, con il dettaglio delle ore di lavoro prestate da ciascun percipiente in esecuzione dell’opera o del servizio affidato, l’ammontare della retribuzione corrisposta al dipendente collegata a tale prestazione e il dettaglio delle ritenute fiscali eseguite nel mese precedente nei confronti di tale lavoratore, con separata indicazione di quelle relative alla prestazione affidata dal committente.
 
Comportamento del committente in caso di inadempimento
Nel caso l’impresa appaltatrice o affidataria, entro i 5 giorni lavorativi successivi al termine fissato per l’effettuazione del pagamento delle ritenute (ordinariamente dunque il giorno 21 del mese successivo), abbia maturato il diritto a ricevere corrispettivi dall’impresa committente, ma:

  • questa non abbia inviato al committente la copia delle deleghe di pagamento delle ritenute fiscali (Mod. F24) e le informazioni relative ai lavoratori (prospetto), ovvero,
  • il versamento delle ritenute fiscali risulti omesso o insufficiente rispetto ai dati risultati dalla predetta documentazione trasmessa al committente, quest’ultimo deve sospendere il pagamento dei corrispettivi maturati, fino a quando perdura l’inadempimento.
  • Tale blocco dei pagamenti non deve però superare:

– un importo pari alle ritenute non versate rispetto ai dati risultati dalla documentazione trasmessagli (differenza tra prospetto dipendenti e Modello F24);
– ovvero il 20% del valore complessivo dell’opera o del servizio (è da ritenersi che l’ipotesi ricorra quanto l’appaltatore non abbia fatto pervenire il modello F24 e il prospetto di dettaglio delle ritenute dei lavoratori impiegati nell’appalto e quindi il committente non sia in grado di verificare l’ammontare delle RA non versate)
In queste ipotesi l’impresa appaltatrice, subappaltatrice o affidataria (negligenti) non possono attivare azione esecutiva per il soddisfacimento del proprio credito.
 
Sanzioni per il committente
In caso di inottemperanza agli obblighi anzidetti il committente è obbligato al pagamento di una somma pari alla sanzione irrogata all’impresa appaltatrice o affidataria, senza possibilità di compensazione.
I soggetti privilegiati “premiati”
La procedura di cui sopra non trova applicazione se le imprese appaltatrici, affidatarie e subappaltatrici comunicano al committente stesso, allegando la relativa certificazione, la sussistenza dei seguenti requisiti nell’ultimo giorno del mese precedente a quello della scadenza prevista per la trasmissione della copia delle deleghe di pagamento delle ritenute fiscali e delle informazioni relative ai lavoratori:
1. risultino in attività da almeno 3 anni
2. siano in regola con gli obblighi dichiarativi
3. abbiano eseguito nel periodo d’imposta cui si riferiscono le dichiarazioni dei redditi presentate nell’ultimo triennio versamenti complessivi registrati nel conto fiscale per un importo non inferiore al 10% dell’ammontare dei ricavi o compensi risultanti dalle dichiarazioni medesime;
4. non abbiano iscrizioni a ruolo o accertamenti esecutivi o avvisi di addebito affidati agli agenti della riscossione relativi alle imposte sui redditi, all’IRAP, alle ritenute e ai contributi previdenziali per importi superiori a 50.000 euro, per i quali i termini di pagamento siano scaduti o siano ancora dovuti pagamenti o non siano in essere provvedimenti di sospensione. Dette previsioni non applicano per le somme oggetto di piani di rateazione per i quali non sia intervenuta la decadenza.
I predetti requisiti dovranno essere certificati dall’Agenzia delle Entrate.
Al riguardo, è in corso di predisposizione una apposita attestazione che l’Agenzia rilascerà agli interessati in via telematica del valore di 4 mesi, trascorsi i quali dovrà essere nuovamente prelevata in formato aggiornato.
 
Impossibilità di versare i contributi tramite compensazione
Viene esclusa la possibilità, per le imprese appaltatrici o affidatarie e per le imprese subappaltatrici, di avvalersi dell’istituto della compensazione quale modalità di estinzione delle obbligazioni relative a contributi previdenziali e assistenziali e premi assicurativi obbligatori, maturati in relazione ai dipendenti impegnati sull’appalto e/o servizio. Detta esclusione opera con riguardo a tutti i contributi previdenziali e assistenziali e ai premi assicurativi maturati, nel corso della durata del contratto, sulle retribuzioni erogate al personale direttamente impiegato nell’esecuzione delle opere o dei servizi affidati. L’esclusione in argomento prescinde dall’ammontare dell’appalto (superiore o meno dei € 200.000).
 
Obbligo generalizzato di reverse charge
È prevista (ma si è in attesa dell’autorizzazione della UE) l’estensione dell’applicazione del meccanismo del reverse charge a tutte le prestazioni di servizi effettuate tramite:
 contratti di appalto e subappalto, affidamento a soggetti consorziati o rapporti negoziali comunque denominati;
 caratterizzati da prevalente utilizzo di manodopera presso le sedi di attività del committente, con utilizzo di beni strumentali di proprietà di quest’ultimo o ad esso riconducibili.
La disposizione si applica anche ai suddetti contratti che non hanno per oggetto lavori in edilizia.
Viceversa, non si applica alle prestazioni resa alle PA e ai soggetti nei cui confronti si applica il meccanismo dello split payment nonché alle agenzie per il lavoro.
 
Brescia, 28 gennaio 2020
Studio Gorini
Consulenti del Lavoro

BONUS FACCIATE 2020

BONUS FACCIATE
 
AMBITO DI APPLICAZIONE – Il bonus facciate è la vera novità della Legge di bilancio e rappresenta un’ulteriore fattispecie di intervento edilizio che darà diritto, per le spese sostenute nel 2020, ad una detrazione d’imposta pari al 90% della spesa sostenuta laddove la stessa rispecchi i requisiti previsti dalla norma. Il meccanismo di recupero prevede la suddivisione del beneficio in 10 anni con l’ulteriore vantaggio (molto importante) che non è previsto un limite di spesa e, pertanto, la detrazione d’imposta potrà essere calcolata sull’intera cifra necessaria a realizzare l’intervento.
Più nello specifico il comma 219 stabilisce che per le spese documentate, sostenute nel 2020 per interventi, anche di sola pulitura o tinteggiatura esterna, finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna degli edifici ubicati in zona A o B ai sensi del decreto ministeriale n. 1444 del 1968, spetta una detrazione dall’imposta lorda pari al 90 per cento. Dal momento che il testo fa riferimento unicamente alle spese “sostenute nel 2020” è da ritenere che l’agevolazione possa spettare anche nel caso in cui l’intervento agevolabile sia iniziato in anni precedenti; sarà da chiarire poi se la detrazione d’imposta del 90% riguardi unicamente le persone fisiche (Irpef) o possa essere beneficiata anche dai soggetti Ires. La genericità del testo normativo lascia spazio infatti anche ad una interpretazione più ampia dell’ambito applicativo della stessa. Sul punto è opportuno attendere i chiarimenti ufficiali. La norma infatti richiama le disposizioni del Dm 18 febbraio 1998 n. 41 che a loro volta fanno riferimento alla detrazione Irpef ex legge 449/1997. La detrazione è ripartita in dieci quote annuali costanti e di pari importo nell’anno di sostenimento delle spese e in quelli successivi.
TIPOLOGIA DI EDIFICIO – Dall’analisi della norma è possibile comprendere come vi sia un primo presupposto da rispettare che riguarda l’ubicazione dell’immobile. Al riguardo è utile ricordare che l’articolo 2 del citato decreto ministeriale n. 1444 del 1968, prevede la definizione di zone territoriali omogenee, per cui:
la zona A include le parti del territorio interessate da agglomerati urbani che rivestono carattere storico, artistico o di particolare pregio ambientale o da porzioni di essi, comprese le aree circostanti, che possono considerarsi parte integrante, per tali caratteristiche, degli agglomerati stessi;
la zona B include le parti del territorio totalmente o parzialmente edificate, diverse dalle zone A): si considerano parzialmente edificate le zone in cui la superficie coperta degli edifici esistenti non sia inferiore al 12,5 per cento (un ottavo) della superficie fondiaria della zona e nelle quali la densità territoriale sia superiore a 1,5 mc/mq.
Va poi evidenziato che non sono previsti limiti in merito alla natura dell’edificio e, contrariamente a quanto avviene per le spese di ristrutturazione edilizia, l’agevolazione non è limitata ai soli immobili abitativi. Anche su tale questione è opportuno attendere comunque un chiarimento ufficiale stante, come detto, il richiamo alle disposizioni del regolamento di cui al Dm 41/1998.
INTERVENTI AGEVOLATI – Quanto all’ambito oggettivo dell’intervento va segnalato che lo stesso può riferirsi  alternativamente:
ad una mera manutenzione ordinaria consistente nella sola pulitura o tinteggiatura esterna;
ad un intervento più consistente che può essere invece di manutenzione straordinaria;
nell’ipotesi in cui i lavori di rifacimento della facciata riguardino interventi influenti dal punto di vista termico o interessino oltre il 10 per cento dell’intonaco della superficie disperdente lorda complessiva dell’edificio, gli interventi devono soddisfare specifici requisiti previsti dal decreto del ministro dello Sviluppo economico del 26 giugno 2015 e 26 gennaio 2010.
Per tale ultima tipologia di interventi la norma prevede che ai fini delle verifiche e dei controlli vengano applicati i commi 3-bis e 3-ter dell’articolo 14 del decreto legge n. 63 del 2013, in materia di detrazioni fiscali per interventi di efficienza energetica.
In particolare, il comma 3-bis prevede che, al fine di effettuare il monitoraggio e la valutazione del risparmio energetico conseguito a seguito della realizzazione degli interventi di efficienza energetica, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) elabora le informazioni contenute nelle richieste di detrazione pervenute per via telematica e trasmette una relazione sui risultati degli interventi al ministero dello Sviluppo economico, al Mef, alle regioni e alle province autonome di Trento e di Bolzano, nell’ambito delle rispettive competenze territoriali. Il successivo comma 3-ter ha previsto che, con uno o più decreti del ministro dello Sviluppo economico, di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze, il ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare e il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della disposizione, fossero definiti i requisiti tecnici che dovevano soddisfare gli interventi che beneficiano delle agevolazioni di cui all’articolo 14 del decreto legge n. 63 del 2013, ivi compresi i massimali di costo specifici per singola tipologia di intervento, nonché le procedure e le modalità di esecuzione di controlli a campione, sia documentali chein situ, eseguiti dall’Enea e volti ad accertare il rispetto dei requisiti che determinano l’accesso al beneficio.
Il comma 221 stabilisce poi che, ferme rimanendo le agevolazioni già previste dalla legislazione vigente in materia edilizia e di riqualificazione energetica, sono ammessi al beneficio in esame esclusivamente gli interventi sulle strutture opache della facciata, su balconi o su ornamenti e fregi. Non possono beneficiare del bonus nella misura del 90% quindi, ad esempio, interventi su strutture trasparenti quali la sostituzione degli infissi che, laddove rispettino i requisiti di risparmio energetico potranno beneficiare del bonus specifico nella misura del 50%.
Analogamente non sono agevolabili gli interventi su grondaie che potranno invece beneficiare dell’agevolazione nella misura del 50% se riferibili a manutenzioni ordinarie su parti comuni di edifici ovvero in caso di interventi a carattere straordinario sulle singole unità.
Il comma 223 dell’articolo 1 della legge 160/2019 prevede inoltre, come più volte detto, che si applichino le disposizioni del regolamento di cui decreto del ministero della Finanze 18 febbraio 1998 n. 41. In ragione di ciò per il “bonus facciate” valgono le medesime regole ormai note che sono comuni anche alle altre agevolazioni edilizie. Tra queste in particolare i pagamenti da effettuarsi tramite bonifico e per il quale ci sarà da capire se sarà istituita o meno un’apposita causale per i bonifici.
 
 
BONUS FACCIATE – SCHEMA
 
Termine  
Norma non a regime introdotta con la legge di bilancio 2020 e valida fino a tutto il 31 dicembre 2020.
 
Spese agevolabili 
 
Interventi sulle facciate compresi balconi, ornamenti e fregi con le seguenti precisazioni:
– esclusione di tutti gli interventi che non riguardino strutture opache (quali impianti, pluviali, cavi e infissi);
– se l’intervento riguarda il rifacimento dell’intonaco per una percentuale superiore al 10% della superficie opaca bisogna abbinare i lavori ad un intervento di risparmio energetico.
Vi rientrano solo gli edifici ubicati in “zona omogenea” A o B come definite dal DM 1444/68.
 
Percentuale di detraibilità     90%
 
Calcolo della detrazione
La detrazione viene calcolata sulla spesa, non è stato indicato alcun tetto massimo.
 
Durata della detrazione
L’importo detraibile va ripartito in quote annuali di pari importo in un arco temporale di 10 anni.
 
Soggetti che possono fruire
Persone fisiche
 
Imposta
Valido ai solo fini IRPEF
 
Edifici
Valido solo per interventi effettuati su edifici a prevalente destinazione residenziale ubicati nelle zone A e B.
 
 

Nuovi Servizi Gratuiti per i Condomini dal 2020 -Pec

A partire dal 2020  i condomini che faranno richiesta a mezzo mail
potranno attivare gratuitamente un indirizzo Pec -posta elettronica certificata  da utilizzare non solo per le vicende condominiali
ma anche per uso personale e quindi comunicare ad esempio con enti ecc
Per i primi due anni il costo per il condominio è pari a zero , in quanto offerto a chi  è da noi gestito , successivamente in caso di rinnovo il costo sarà considerato una spese personali circa 20,00 annui
Cordiali saluti e Buon 2020 a tutti Voi e alle Vostre famiglie
Amministrazioni Di Pasqua

Chiusura Feste di Natale 2019/2020

Si comunica che lo studio resterà chiuso per le festività di Natale
dal 21 Dicembre 2019 al 06 Gennaio 2020
In caso di emergenze inviare mail a daniele.dipasqua@libero.it
e/o contattare  il 0332.1951773 nei giorni non festivi dalle 08.30 alle 19.30
auguriamo a tutti Voi un Buon Natale e un Sereno 2020

Novità obbligo del Reverse charge

Ci siamo.
E’ di pochi minuti fa l’approvazione degli emendamenti tanto voluti  da tutti gli amministratori di condominio.

Il provvedimento approvato in commissione restringe l’obbligo del reverse charge esclusivamente ai committenti che appaltino opere per importi superiori ai 200.000 euro, caratterizzati da prevalente utiiizzo di manodopera, con l’appaltatore/subappaltatore che opera presso la sede del committente, con utilizzo di beni strumentali di quest’ultimo.

Il reverse charge, da noi amministratori tanto temuto, non si applicherà quindi ai condomini, ma limiterà il suo ambito di applicazione ai casi di appalto alle c.d. P.Iva

Ci complimentiamo con noi stessi e quanti hanno dato il loro contributo per aver evitato il rischio che, lavori appaltati dal condominio (tipo le facciate), si bloccassero causa l’obbligo di sospendere i pagamenti all’impresa (la quale avrebbe, a sua volta, sospeso i lavori) con la conseguenza di ponteggi fermi in facciata, fastidi e problemi per i condomini.
Ma soprattutto maggiori costi per l’occupazione suolo.

Grazie a tutti.